VOLI...NATURALI


E’ bello, tornando a casa un giorno, vedere sul muretto di casa un bellissimo “cucciolo” di ballerina bianca che sta imparando a volare.
Sta cercando di capire come si devono muovere le ali per spiccare il volo, ma non subito troppo in alto. E’ abbastanza muoversi un po’, all’inizio, e volare vicino, da un sasso all’altro, sul ramo basso di una rosa, poi ritornare a terra, fare qualche passettino.

 
Nel frattempo si sente un richiamo continuo di ballerina bianca adulta, che chiama, probabilmente gli dice di non fermarsi, di non fidarsi, di muovere le ali con decisione, senza paura.



Mio figlio comincia a fotografarlo, l’uccellino non si muove e porgendogli la mano sale lì sopra. Chissà cosa credeva che fosse. Quella mano grande e tenera si è mossa e ha lasciato il nuovo amico sul ramo dell’albero, ma dopo un po’ ha riprovato a volare ed è atterrato nel prato.

 

La mano di mio figlio l’ha ripreso e l’ha riposto tra i tronchi di legna da tagliare, sperando che questi lo riparassero dal temporale che stava arrivando. “Se si bagna non si salva”, mi ha detto. “Rimanendo lì sotto passerà la notte e domani volerà”.

 

Una bella storia vera, naturale, che mi è sembrata la storia vera dei figli che crescono, muovono le ali, si allontanano, ma poi ritornano, mentre noi da lontano controlliamo tutti i loro passi, mentre imparano a volare da soli.

Spero che quando incontreranno mani a cui appoggiarsi siano lo stesso tipo di mani di mio figlio, tenere e generose, forti e protettive…
 

mani di persone gentili e di cuore che li aiuteranno a trovare riparo, a trovare amore e pace.

Spero che i miei figli, volando e tornando poi a casa, ripensino sempre al loro nido con affetto e felicità.

Alla prossima.

Lara

 

PASSEGGIATE SERALI


In queste ultime giornate, le più lunghe dell’anno, io e Cinciarella abbiamo approfittato della luce continua fino a tardi sera, anche se non era troppo caldo, per andare a fare una passeggiata con le bambine. Ieri sera abbiamo pensato di raggiungere il castello di Santa Barbara che si trova proprio sopra il paese di Lodrone, vicino a noi, lungo il sentiero che gli addetti hanno sistemato.
 

Le foto, essendo nel bosco e quasi al buio, non sono venute bene, ma possono ugualmente accompagnare il mio racconto.

Abbiamo visto piccoli di capre e di pecore pulitissime e candide, abbiamo raccolto fragoline buone e…
 

siamo state ingannate da quelle non buone.
 

Abbiamo visto fiori di ogni tipo, la menta e piante con proprietà diverse…
 

siamo arrivate sotto al castello (o meglio quello che ne resta) e lungo un sentiero cementato che passa anche sul fiume, siamo arrivati al paese vicino.
 

Lì il parco giochi è diventato un’attrazione forte che ci ha permesso di fermarci un pochino e chiacchierare, mentre le bambine giocavano.

Ancora quattro passi e siamo tornate a casa, pronte per andare a letto e dormire bene fino a stamattina.

E’ stata una bella passeggiata, sicuramente da ripetere…
 

Intanto ringrazio ufficialmente Cinciarella che qualche volta ha portato con sé tutte e due le bambine, con molta disonibilità, e che anche stasera ha deciso di dedicare loro parte del suo tempo.

Io ero un po’ stanca ma lei non si è fatta alcun problema…

Alla prossima.

Lara

PER LAURA...CI HAI INSEGNATO TANTO E CI HAI ARRICCHITO LA VITA...TI ASPETTIAMO.


Ci hai insegnato, con i tuoi attimi di serenità, a guardarci intorno con occhi sinceri, che sanno trovare anche le bellezze nascoste…
 

Ci hai insegnato ad apprezzare ogni momento della giornata…

Ci hai fatto godere della tua serenità, dei tuoi sogni, dell’amore per tutto ciò che fai…

 
Ci hai fatto capire che tutti siamo sotto lo stesso cielo… e ammirandolo ci possiamo sentire più vicini…

 
Non importa quale strada prenderai, perché nuova o vecchia che sia, sarà una strada diversa, ma ricca, perché proprio lì tu saprai scorgere cose buone e sincere, che nessuno ha mai saputo scorgere.

Ti aspetto, perché quando tu ritornerai a raccontarci la tua serenità, anche la nostra sarà completa.
 

GRAZIE di cuore e un abbraccio.

Lara

 

 

CE L'HO FATTA!


 
Ieri, sul blog di Antonella, ho visto dei panini al latte che mi hanno incuriosito e mi hanno fatto venir voglia di provarci. Di solito faccio il pane, quando è finito quello che compero ogni giorno, con la macchina, perché temo di non riuscire a farlo lievitare e cuocere a puntino.
In realtà quella del pane è un’arte che mi piacerebbe imparare, perché mi affascina molto e così, dopo aver visto la ricetta della blogger che vi ho nominato mi sono messa all’opera. A dire il vero non ho fotografato i passaggi del mio lavoro, ma quando ho visto il risultato positivo ci ho trovato gusto.
 
Ancora più gusto l’ho trovato nel mangiare quei panini deliziosi con un po’ di marmellata, mentre mio figlio l’ha trovato buono nel latte e l’altro l’ha apprezzato così, senza niente, a colazione.
 
 
Sì, perché trovo che questi panini siano più adatti per colazioni o merende speciali e sane e per questo penso di farne presto altri.
 
 

Grazie allora ad Antonella che mi ha fatto venir voglia di cimentarmi in questa deliziosa ricetta. Per ingredienti e modalità di lavoro vi rimando al suo blog. Anche se le mie foto non sono paragonabili alle sue sono comunque molto soddisfatta.

Alla prossima.

Lara

 

GOLFINO COLORATO


Ho finito qualche sera fa il golfino nei colori del gelato che avevo iniziato. Avevo da tempo, nella mia raccolta di cotoni, 150 grammi di questo filato super colorato, su base color amarena e da tempo volevo anche fare un golfino partendo dal collo, come avevo già fatto una volta. Ho quindi messo insieme le due cose e mi sono messa al lavoro.
 
Come spesso accade la destinataria del gilet era mia figlia, visto anche il colore da bimba. Ho messo 70 maglie sui ferri numero 3,5 ed ho cominciato il collo lavorandolo a punto legaccio. Dopo soli 8 giri ho iniziato gli aumenti, 8 precisamente, che facevo ogni giro sul diritto.
 

Praticamente ho contato 10 maglie ed ho fatto il primo aumento, 2 maglie e un altro aumento, 10 maglie un aumento e dopo altre due maglie un altro aumento. Questa è la larghezza che ho pensato per la manica.
 

Dopo 20 maglie ho rifatto la stessa cosa, con 10 maglie di distanza. Rimanevano a questo punto 10 maglie per il secondo davanti.
 

Come dicevo ho aumentato dalla stessa parte dei due punti ogni volta che mi trovavo sul diritto della maglia. Pian piano ho formato quindi la manica, che ho chiuso con altri giri di legaccio. In realtà ho iniziato il lavoro con gli aghi classici, pensando poi di cambiarli con quelli circolari, ma ho invece tenuto sempre i primi anche se i punti erano tanti.
 
Dopo aver chiuso le maniche ho cominciato a fare il punto pavone, che però si vede poco a causa della lavorazione del filato, ma da un’idea di onda generale al golfino.

L’ho finito, ho sistemato due (e dico due) fili che sporgevano (il primo e l’ultimo) e il capo era pronto per essere indossato. Ora che le temperature si sono abbassate sarà decisamente utile.
 
Ho dimenticato solo di dirvi che anche quando univo un nuovo gomitolo ho lavorato insieme la fine del vecchio e l’inizio del nuovo, sovrapponendoli per diversi punti e il risultato è stato davvero sorprendente.

Alla prossima.

Lara

ATTIMI DI SERENITA' 4


Gli attimi di serenità sono tanti e sempre diversi, a volte si notano, a volte si vivono e basta, e stamattina mi unisco a Laura Najma con attimi semplici, della prima mattina di vacanza dalla scuola.

I miei figli dormono ancora, per la prima volta, perché ieri mi hanno sentito alzarmi presto e si sono svegliati.

Io mi sono alzata e, spalancando le portefinestre che danno fuori, sul prato, ho sentito il piacere dell’arietta che muoveva ogni cosa: forse da qualche parte ha piovuto e si sente più fresco, ma qui c’è il sole, per il momento.
 

Mi sono preparata la colazione, con il caffè che amo così tanto e che ho gustato con piacere, perché magari oggi ne berrò pochi altri.
 

E poi mi piace vedere che tutte le orchidee che mi hanno regalato stanno bene e stanno per fiorire: che soddisfazione!
 

Ma la serenità è stata anche l’arcobaleno dell’ultima volta che ha piovuto…
 

Ora andrò a raccogliere un mazzo di orchidee e le metterò in casa, così le avrò sempre sott’occhio…

Preparerò la colazione per tutti e…

Cucinerò!

Un’altra giornata è iniziata.

Buon fine settimana a tutti.

Alla prossima.
Lara

ORECCHINI E VIA...


Vi avevo già raccontato del lavoro all’uncinetto con i bambini che ha regalato loro molta soddisfazione (e anche a me) ma quella che vi voglio raccontare è una storia che parte proprio lì per andare oltre. Dovete sapere che ogni bambino ha saputo creare, con l’aiuto di qualche cucitura che sembrava impossibile e l’aggiunta di qualche bottoncino, porta-cellulari, portamonete, cerchietti, fiocchi, mollettine e tanti tanti braccialettini che abbiamo chiamato “della fortuna” (fatti tutti a catenella), ma tutto si è fermato al massimo al punto basso.
 

Un giorno una di loro ha cominciato a chiedermi: “ Ma tu sai fare degli orecchini? Se ti portassi i ganci da mettere me li potresti fare?”

Avete presente quegli occhi che solo i bambini sanno avere quando desiderano qualcosa? Ho cercato di deviare il discorso dicendole che avevo davvero poco tempo, ma il giorno dopo ci ha riprovato… e anche il giorno dopo e quello dopo ancora, finché le ho detto: “Va bene, prova a portarmeli, proverò a trovare un po’ di tempo”.
 

A quel punto la domanda quotidiana è diventata: “ Sono pronti gli orecchini?”

Alla fine ho fatto gli orecchini che vedete nelle foto: la futura proprietaria non sa di che colore siano e nemmeno come siano, perché il modello è uscito semplicemente dalle mie mani e il colore l’ha scelto mia figlia tra quelli che avevo a casa.
 

Oggi glieli porterò ma sinceramente temo due cose:

la prima è che possano non piacerle…
 

la seconda è che altre bambine li vogliano e che mi debba mettere davvero al lavoro…

Intanto ditemi voi se vi piacerebbe questo piccolo regalo estivo che mi ricorda tanto il sole di questi giorni…
 

Alla prossima.

Lara

ATTIMI DI SERENITA' 3


Potrei chiamare questo post anche “pic-nic serale”, ma voglio unirmi virtualmente a Laura Najma e per questo l’ho chiamato così.

Serenità infatti è un concetto personale, a cui ognuno di noi può unire un momento diverso ed io oggi vi racconto di un momento di serenità che è passato, ma che è fermo nella mia mente come unico e felice.
 

Ci è capitato, lunedì scorso, di essere tutti a casa e di trovare un’idea particolare: quella di preparare qualcosa di caldo per la cena ed andare in quota per mangiare.

Una sfoglia ripiena, alcuni panini e due thermos di latte caldo: con cioccolato o senza, e poi via, sempre più su, fino a quando a Vacil, ci si trova in cima e tutto si apre davanti a noi.

E subito dopo le prime scoperte:

milioni di uova di rana, riunite a grappoli, che ben presto si trasformeranno in girini e poi in piccole rane;
 

milioni di crocus bianchi che tappezzano tutto intorno;
 

i laghetti minuscoli rimasti dopo la neve, in cui la neve c’è ancora;
 

fiori;
 

un formicaio di formiche sempre al lavoro;

la montagna di neve che scendendo sotto forma di slavina ha portato via alberi grossi ed è rimasta a sciogliersi molto lentamente;
 

le capre, che sono già trasferite lassù per trascorrere le loro vacanze estive in mezzo alla natura, libere di mangiare, riposare e darci latte fresco ogni giorno che verrà trasformato in formaggio.
 

Attimi di serenità che mi hanno accompagnato per tutta la settimana.

Alla prossima.

Lara

 

DI ROSSO E DI CUORE...


Strano titolo, certo, per questo post, ma significativo per ciò che voglio raccontarvi. Da diversi giorni non vi mostro alcun lavoro fatto a mano, perché sono giornate piuttosto piene, in cui si concludono percorsi e si affidano speranze.
 

In queste giornate calde sono però maturati i primi ribes cresciuti sulla pianta che l’anno scorso un suo collega ha regalato a mio marito. Mi vien da dire: “ un dono che diventa dono” (ogni anno).
 

Loro, non come me con le amiche, rispettano gli impegni e oggi ho potuto raccogliere il frutto di queste promesse.

Rossi, dolci e maturi, speriamo anche che diventino di più, per goderne in modo consistente. Intanto credo che questa piccola piantina abbia fatto un buonissimo lavoro. Ed ecco il primo grazie.
 

E di cuore? Questa è un’altra piccola storia che prevede l’ingrediente principe della nostra tavola montanara. I campi che si trovano al limitare dei nostri paesi sono già coperti di piantine rigogliose di patate, che cresceranno, verranno lavorate con pazienza e cura e raccolte in autunno.

Allora arriverà il momento della “scorta”: credo che non vi sia famiglia qui da noi che non ha in cantina patate considerate “nostrane”.

In inverno, poi, quando la stufa è accesa è facile lasciare che una pentola con qualche patata, riempita d’acqua, ci prepari da sola il contorno per la cena, dopo una lunga giornata di lavoro.

Ma allora, Lara, non vorrai mica parlarci di patate, adesso, vero? (penserete voi...)
 

No, voglio parlarvi di una patata in particolare: questa a forma di cuore che una mia amica mi ha regalato dicendomi di averla vista e di aver pensato a me…

Ho pensato che questa scelta fosse legata al fatto che amo i cuori e anche in Pinterest ne ho raccolti un numero grandissimo, ma nello stesso tempo mi sono sentita lusingata, perché se lei ha associato un cuore a me, forse così ........... (non mi viene la parola adatta) non sono…

Grazie mille.

Alla prossima.

Lara

TRA SOGNO E REALTA'...


Proprio questo era il titolo del saggio di danza che oggi siamo andate in molti a vedere alla sala del cinema di Ponte Caffaro.
 
Il sogno è cominciato subito, quando le prime ballerine hanno cominciato a ballare sul palco con i loro costumi nuovi, ma ancora prima è cominciato quando è stato presentato, perché in quel momento, quando le luci si sono spente, c’erano solo loro…
 

Grandi, piccoli, emozionati o tranquilli, tutti i ballerini (c’erano anche alcuni pochissimi maschietti) erano pronti a stupirci, come sempre, sulle musiche che le loro maestre avevano ascoltato, immaginato, preparato e provato per loro…
 

Poesia, arte, colore e danza si sono mescolati e fusi insieme in un vortice di emozioni, di applausi continui, di sorrisi, di sguardi vigili e attenti.


Durante questa visione ho ripensato all’impegno costante che io e mia figlia ci siamo prese nell’ultimo periodo invernale. Ho ripensato anche che tutti gli sforzi fatti, tra l’altro molto volentieri, stavano per regalare ad entrambe le emozioni e la gioia che ci ha ripagate di tutto, che ci ha fatte crescere insieme, che ci ha regalato momenti per stare da sole e che ci ha fatto conoscere nuove persone.

Ma forse i ballerini non pensavano a questo, no. Loro guardavano con occhi stupiti e sognanti la loro maestra che ballava… e faceva sognare. Li vedevo dietro i tendaggi in velluto rosso, mentre tra una fessura e l’altra sbirciavano e sorridevano.

I balli si sono alternati con ritmi veloci e coinvolgenti, gli applausi erano dedicati a chi ballava da poco sulle punte, a chi ballava da solo, a chi trovava negli occhi delle compagne la risposta ai propri dubbi, la certezza che tutto procedeva al meglio…

Chissà cosa provava ognuno di loro mentre aspettava il proprio turno, mentre entrava sul palco, chissà cosa vedevano da lassù..

Ogni tanto qualcuno sembrava fermarsi per un secondo perché incantato dal vedere qualcuno, da un pensiero, da un flash… Poi tutto ricominciava e niente più li distraeva.
 

E quando lo spettacolo è terminato era impossibile non lasciare che alcune lacrime scendessero delicate sul viso. Una strofinata veloce agli occhi e via, a fare i complimenti a tutti, ma proprio tutti, quelli che hanno lavorato per questo meraviglioso risultato.

E siccome proprio tutti era impossibile vederli ho pensato di farli qui, nel mio angolo, con la speranza che qualcuno li possa riportare.

 
Alla prossima.
Lara

 P.S. Se qualcuno che appare nelle foto non vuole che sia così mi contatti e toglierò la foto in questione.

BERRETTI CALDI

  Non sto lavorando a grandi progetti da un po’ di tempo, ma mi piace di tanto in tanto dedicarmi alla creazione di piccole cose simpatiche...

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